Manifestazione contro Equitalia. Oggi a Cagliari
di Umberto Aime
Il manifesto fa capire bene quale sia l'umore, è pessimo, di chi mercoledì manifesterà a Cagliari contro l'Agenzia delle Entrate ed Equitalia. In primo piano, sul volantino, c'è uno schiacciasassi. È mostruoso, come lo è il debito dei tartassati: un miliardo e mezzo. Il «popolo delle Partite Iva» fra due giorni ritornerà a occupare il piazzale della Fiera, poi dalle nove in poi marcerà sul Consiglio regionale. Lo farà perché si sente tradito. Tradito dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci: aveva promesso lo "stato di calamità fiscale" e invece da Roma l'attesa moratoria non è arrivata. A tradire le «Partive Iva» è stato anche il ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Nelle sue apparizioni pubbliche, aveva garantito una riscossione più umana e invece il suo «Decreto sviluppo» non è andato al di là di qualche provvedimento tampone per frenare ganasce fiscali e pignoramenti. Il «Popolo Anti-Equitalia» sostiene di essere stato abbandonato anche dall'opposizione. Che aveva annunciato fuoco e fiamme in difesa di chi è sommerso dalle cartelle esattoriali più o meno giuste, e invece in Parlamento (anche a causa del voto di fiducia imposto dal Governo Berlusconi) non è riuscita a mettere assieme quella maggioranza trasversale necessaria per siglare una vera pax fiscale tra contribuenti ed Equitalia. Tutto è rimasto a metà, ed ecco perché il Movimento degli artigiani e dei commercianti liberi del Sulcis si è rimesso alla testa di un mondo ancora strangolato dal Fisco. Il ritorno in piazza è stato deciso dopo le manifestazioni andate molto bene nel Sulcis, a Cagliari, a maggio, e a Olbia, un mese fa, e quella meno partecipata di Roma a fine giugno. Stavolta gli organizzatori vogliono sfondare il muro delle diecimila presenze: ci riusciranno? È possibile. Rispetto agli ultimi cortei, mercoledì è annunciata la presenza di molti movimenti che invece per un motivo o per l'altro hanno disertato le altre manifestazioni. Dopodomani ci saranno sicuramente i pastori dell'Mps, che in questi giorni hanno fatto girare tra gli iscritti "short message" sui telefonini: «Dobbiamo esserci», l'invito alla partecipazione. Dovrebbero essere numerose anche le delegazioni dalle altre province: il tam tam di queste settimane ha funzionato a meraviglia, compreso lo slogan: «Mercoledì sarà lo sciopero generale delle Partite Iva». Il decreto beffa. Dal Parlamento i tartassati si aspettavano molto di più. Nella sostanza, il Decreto ha modificato soltanto il tetto per ganasce e pignoramenti. Nel primo caso, è stato imposto il divieto al sequestro delle auto per importi fino a duemila euro. Nel secondo, la casa non potrà essere messa all'asta per debiti col Fisco inferiori ai ventimila euro. Poi sulla carta, bisognerà vedere nella realtà, il decreto ha attenuato anche il brutale fenomeno degli interessi calcolati sugli interessi e le more, si chiama anatocismo ed è quello che provoca il raddoppio (se uno è fortunato) del debito con lo Stato, l'Inps o i comuni. Sono state queste le uniche pezze che sono state messe dal Decretone: una beffa. La piattaforma. Nella sostanza è la stessa di maggio. Per due motivi: il Parlamento non ha approvato la riduzione dell'aggio (la percentuale sull'incasso) in favore di Equitalia, che da sempre fa monte-debito coil perverso sistema - rimasto pressoché inalterato - di sanzioni e more. Il secondo motivo è che la moratoria promessa dalla Giunta, come detto, non è arrivata neanche per un anno, mentre ci sono ancora i micidiali studi di settore che equiparano un negozio cagliaritano a uno di Roma. E nel frattempo stano per partire accertamenti ancora più invasi da parte dell'Agenzia delle Entrate. Un disastro da fermare, mercoledì a Cagliari.
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mercoledì 6 luglio 2011
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