Sardegna, nucleare e rifiuti nocivi: Che fine hanno fatto i veleni della base atomica USA di La Maddalena?
di Daniele Puddu
La battaglia contro il nucleare in Sardegna scorre parallela e a volte interseca anche la lotta contro l'inquinamento (Quirra e Saras) e lo scandalo sui rifiuti tossici trovati nel fondale antistante le strutture dell'ex-arsenale realizzate per il famigerato G8 (e oggi Mita Resort), tratto di mare peraltro posto sotto sequestro dalla magistratura di Tempio.
Ma vediamo cosa è successo attraverso alcune citazioni:
"26 gennaio del 2008, dopo 35 anni, viene ammainata la bandiera stelle e strisce a La Maddalena: gli statunitensi abbandonano la base atomica (ospitava sommergibili a propulsione nucleare, ndr). Attenzione: a-to-mi-ca. Vuol dire migliaia di tonnellate di rifiuti speciali da rimuovere, quindi soldi, maestranze specializzate, luoghi di stoccaggio e tempo (citazione da ilfattoquotidiano)".
C'è chi si spinge a dire che tra tali rifiuti potessero esservi scorie nucleari (ma sempre amianto, idrocarburi e metalli pesanti nel migliore dei casi):
"In breve, si dovevano far sparire le scorie nucleari della vecchia base USA di La Maddalena, per via dell'imminente famigerato G8. Ma nessun sardo, umano o pesce che sia, ha mai visto in zona traccia di tale operazione né di navi addette allo scopo. Eppure le scorie risultano rimosse. La domanda è: dove diavolo le hanno ficcate? (citazione dal blog Petrolio di Deborah Billi)".
Intanto la magistratura di Tempio sequestra 60 mila metri quadrati di mare:
"I giudici vogliono capire come siano stati spesi realmente i 31 milioni che l'organizzazione guidata da Bertolaso asserisce di aver impiegato per portar via dall'ex arsenale i veleni (citazione da La Nuova Sardegna)".
La Maddalena, Quirra, Saras (ma io scaverei anche attorno alla ex Rumianca e tanti altri siti ancora come Porto Torres o Portovesme), pur senza voler creare allarmismi ad ogni costo (è giusto indagare a 360° ma dubito fortemente ci fossero davvero stoccate scorie nucleari a La Maddalena), direi che è probabilmente finito il tempo nel quale i sardi pur di avere "lavoro" hanno accettato di svendere il proprio territorio con ricadute ambientali devastanti. Chissà che proprio dal Referendum sul Nucleare in Sardegna non sia finalmente partita una definitiva presa si coscienza che porti verso uno sviluppo sostenibile della nostra isola. Uno sviluppo che non dobbiamo chiedere, ma pretendere (se non imporre) dalla nostra incapace classe dirigente.
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