ASSOCIAZIONE CULTURALE APARTITICA O.N.L.U.S.
ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILITA' SOCIALE

PER RIAPPROPRIARCI DELLA NOSTRA IDENTITA', E PERCHE' LA SARDEGNA ABBIA IL RUOLO CHE LE COMPETE, PROPONIAMO E ORGANIZZIAMO INCONTRI PER :

IMPARARE E CAPIRE LA NOSTRA STORIA
CONOSCERE E SALVAGUARDARE IL NOSTRO TERRITORIO
VALORIZZARE I NOSTRI TESORI ARCHEOLOGICI
CONSERVARE LE TRADIZIONI E LA LINGUA
DIFENDERE I DIRITTI DEI SARDI E DI TUTTI QUELLI CHE AMANO LA SARDEGNA

venerdì 17 giugno 2011

Scuola e tagli.

PO SA SCOLA E S'UNIVERSIDADI SARDA!
di Sperantzia de Libertadi


Il nuovo anno scolastico che si aprirà in Sardegna annuncia scenari sempre più nefasti per i giovani della nostra terra. A causa dei tagli voluti dal ministro Gelmini è previsto il licenziamento di 1700 lavoratori della scuola (tra cui 1000 docenti); il limite minimo di studenti per classe ha portato alla soppressione di molte sezioni – specialmente nelle zone interne – e si stima che nel 2011 molti comuni non avranno più la scuola e saranno costretti a garantire i trasporti nonostante i tagli dei finanziamenti ai comuni; si formeranno classi più numerose contro le norme di sicurezza con gravi conseguenze sull'insegnamento; si stima che nel territorio di Cagliari (compreso Medio Campidano e Sulcis) ci saranno 440 pensionamenti per 180 immissioni in ruolo; in Gallura è stato tagliato circa la metà dell'organico della scuola primaria. Le riforme della Gelmini hanno inoltre penalizzato l'Ateneo di Cagliari con la riduzione del FFO (-2.08%) e mettendo a rischio il mantenimento di molti corsi per aver provocato la protesta dei ricercatori – a cui non è riconosciuto il ruolo e che vengono costretti al precariato- e per il blocco del turn-over. Non dimentichiamo inoltre che nulla è stato fatto per bloccare il fenomeno dei precari della scuola che investe 2500 persone nell'isola.

Invitiamo gli studenti sardi a rendersi conto della gravità del problema sardo rispetto a quello italiano: il 32.6% della popolazione sarda tra i 18 e i 24 anni abbandona gli studi (a fronte del 22.1% in Italia e del 15.2% in Unione Europea); nell'ultimo anno solo l'88.4% degli studenti sardi aventi dell'ultimo anno di corso è stato ammesso all'esame di stato (contro il 94.4% in Italia). È chiaro che la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente in virtù dello svilimento dell'educazione nei piccoli comuni e della diminuzione della qualità degli studi che consegnerà i giovani sardi alla disoccupazione e al precariato. La possibilità della chiusura di alcuni corsi universitari potrebbe aprire addirittura la via dell'abbandono forzato dalla propria terra.

Tale situazione è soltanto il culmine temporaneo dell'evoluzione neoliberale dello Stato italiano la quale è destinata a colpire maggiormente la nostra terra, già vessata dalle politiche di Roma. L'articolo 5 dello Statuto Autonomo prevede l'intervento della Regione in materia di istruzione solo per adattare alle proprie esigenze le norme varate dallo Stato centrale. Noi pensiamo che tale punto non sia sufficiente e riteniamo che si debba chiedere una maggiore potestà legislativa in campo educativo al fine di garantire il riparo necessario dalla deriva italiana e per salvaguardare la nostra specificità culturale. Guardiamo con favore all'esempio di Trento (che ha acquisito la propria università) e ricordiamo l'esempio della Comunità Catalana la cui istruzione uscì disastrata dal franchismo per divenire - con l'autonomia - una delle più esemplari d'Europa.

"Sperantzia de Libertadi" ritiene che l'educazione sia il campo principale per il recupero della coscienza nazionale sarda; perciò è fondamentale la nostra azione tra i giovani studenti per persuaderli della importanza di una istruzione autonoma come base essenziale per l'edificazione dell'indipendenza.

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